CALABRONI

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COSA SONO I CALABRONI E ALTRE INFORMAZIONI SU DI ESSI

Il calabrone è la più grande delle vespe europee e nordamericane. Potenzialmente pericolosi per l'uomo, i calabroni sono soliti realizzare i loro nidi attorno ad aree abitate, con il caratteristico metodo di utilizzare fibre vegetali per creare nidi di carta. Possono essere particolarmente aggressivi nei pressi del loro nido, anche se di norma, come gli altri insetti, tendono a fuggire di fronte ad animali più grandi. Sono insetti carnivori e come tali si nutrono di altri insetti tra cui diverse altre specie di api e vespe.

L'adulto è glabro, di colore bruno rossiccio con macchie e strisce gialle, di estensione variabile a seconda della sottospecie. La regina può raggiungere i 35 mm di lunghezza, mentre i maschi e le operaie misurano da 20 a 25 mm. I calabroni vivono in nidi esternamente a forma di sfera, costruiti con legno impastato alla loro saliva. Le colonie sono costituite da circa 100-300 esemplari. A causa del colore del capo, può essere confuso con la ben più aggressiva Vespa mandarinia(questa però non è presente in Europa). 

Pur essendo un insetto diurno lo si può trovare in attività anche di notte. Resta fino a autunno inoltrato, ed è prevalentemente indifferente nei confronti dell'uomo a meno che non si sia vicini al nido o si provochi.  Gli individui di genere femminile sono dotati di pungiglione, le cui punture (conseguenti a una reazione difensiva dell'animale) possono essere molto dolorose per gli esseri umani. Come nel caso di vespe e api, il veleno inoculato ha effetti solo locali e transitori per la maggior parte delle persone, ma può provocare nei soggetti allergici reazioni anafilattiche anche mortali.

In primavera, una fondatrice di calabrone si sveglia dall'ibernazione ed inizia a costruire alcune cellette in un luogo riparato e difficile da individuare. Inizia così a deporre le uova che, finché non si svilupperanno, sarà lei ad accudire.

Inizialmente il nido si presenta come una semisfera vuota rivolta verso il basso e di pochi cm di diametro, nell'interno della quale risiedono le prime cellette.  La prima manciata di operaie, cresciute dalla sola regina, rimane di piccole dimensioni. Infatti, prima della loro emersione, è la sola regina che le nutre ed espande il nido. Nate le prime vespe operaie, la regina abbandona gradualmente le mansioni iniziali e si si dedica alla sola deposizione delle uova. La regina, nutrita dalle operaie, andando di cella in cella, depone uova e controlla che le larve siano tutte sue figlie. Le operaie svolgono tutti i lavori: nutrici, toelettatrici, foraggiatrici, guardiane, costruttrici. 

resistenti.

Dalle prime operaie e dal primo piano di cellette, la colonia cresce sempre di più durante l'estate. La fondatrice, ora denominata regina, subisce un aumento del volume addominale a fronte della necessità di deporre un numero di uova sempre maggiore. Le operaie di un nido maturo in agosto possono essere dell'ordine delle centinaia. In fine estate - inizio autunno, la regina cessa provvisoriamente di deporre le uova per lasciare alla sua prossima covata lo spazio necessario per crescere. Ogni femmina fertile copula con un maschio preferibilmente di un'altra colonia, dopodiché inizia ad accumulare grasso corporeo tramite liquidi zuccherini per prepararsi ad affrontare la stagione fredda. Se tutto andrà bene, le femmine fecondate saranno le regine dell'anno successivo. Nel frattempo, la vecchia regina, ormai troppo anziana per deporre altre uova nel nido, si allontana dal suo regno e muore di vecchiaia, attorno a settembre-ottobre. Dopo di essa, progressivamente, anche le operaie muoiono e la colonia si dirige rapidamente all'estinzione a causa del mancato ricambio generazione. 

Il calabrone, pur tendendo a non attaccare naturalmente l'uomo, può rappresentare in molti casi una minaccia concreta. L'insetto, in caso di puntura, riesce ad iniettare nel corpo dell'uomo solo una dose minima di veleno che nel caso di altri insetti sarebbe fatale, ma nel caso dell'uomo non comporta particolari problemi, a meno che non si verifichi una pericolosa reazione anafilattica o se il numero di punture è superiore a una, aumentando il quantitativo di veleno in circolo. Normalmente il veleno del calabrone interferisce con il corretto funzionamento delle vie respiratorie, causando fiato corto o addirittura soffocamento. Nei casi più gravi può rendersi necessaria una tracheotomia. Certe reazioni a seguito di punture di calabroni possono essere mortali.

Nelle punture ordinarie, la sensazione di dolore che si avverte subito dopo la puntura è data essenzialmente dal pungiglione (che può essere rimosso) e dall'infiammazione che crea nei primi strati di pelle il veleno iniettato, mentre il gonfiore successivo è la reazione naturale del corpo a questo problema.

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Il veleno dei calabroni è principalmente rappresentato da enzimi a base proteica che possono danneggiare i tessuti umani e provocare reazioni allergiche, anche molto severe.
Si riconoscono due tipi di danni legati al veleno degli imenotteri:
danni tossici e irritanti correlati direttamente alla capacità lesiva degli enzimi e di altre sostanze irritanti contenute nel veleno; sono quelli che più frequentemente la maggior parte della popolazione prova durante la propria vita dopo una puntura da parte di un calabrone e possono essere limitati al sito di inoculo e determinare dolore intenso, eritema ed edema nei 2-5 centimetri circostanti la puntura

La Vespa Crabro, inoculando un quantitavo di veleno maggiore, è responsabile generalmente delle reazioni più dolorose. Nel caso di una reazione tossica localizzata, il trattamento è limitato alla accurata disinfezione al sito di inoculo e all’applicazione di ghiaccio, molto raramente è richiesto l’intervento medico. Questo tipo di danni può rappresentare un problema serio quando la quantità di veleno iniettato è abbondante, ad esempio in seguito a decine di punture. Questa situazione può portare ad una reazione tossica talmente grave da essere non distinguibile da reazioni allergiche severe e richiede sempre l’intervento dei sanitari dei servizi di emergenza (118). Se la zona di inoculo non è sottoposta ad una attenta disinfezione, la cute e il sottocutaneo possono andare incontro ad infezione della zona di inoculo; questa possibile complicazione richiede spesso l’uso di terapia antibiotica topica e sistemica.

Una quota minoritaria della popolazione può risultare allergica al veleno di imenotteri (apidi, vespidi o entrambi) e quindi produrre delle IgE, le immunoglobuline specifiche dell’allergia, verso tale veleno. Questo può innescare una reazione allergica, anche dopo una singola puntura, che può manifestarsi in due modi: attraverso la produzione di una reazione locale estesa, caratterizzata da eritema ed edema nel sito di inculo di dimensioni inusuali, generalmente superiore ai 10 centimetri, non associato a sintomatologia sistemica, cioè sintomi distanti dal punto di inoculo;
attraverso la produzione di una reazione generalizzata, caratterizzata dalla comparsa di sintomi distanti dal sito di inoculo. Questi sintomi possono essere solo cutanei con prurito diffuso a tutto il corpo o comunque a distanza dal punto di inoculo, eritema ed edema diffusi, ma anche sistemici con dolori addominali crampiformi, rinite, congiuntivite, asma, difficoltà respiratorie e disfonia (che suggeriscono la presenza di un edema della glottide), fino alla comparsa di shock anafilattico caratterizzato da sensazione di venire meno e improvviso calo della pressione arteriosa. Lo shock anafilattico e l’edema della glottide sono reazioni potenzialmente mortali, che richiedono un intervento immediato. Questo tipo di reazione si realizza generalmente entro pochi/e minuti/ore dal momento della puntura, ma sono descritte delle reazioni allergiche tardive anche a distanza di giorni dal momento della puntura.

La Disinfestazione di calabroni a Firenze è un operazione seria ed a alto rischio. Infatti come abbiamo detto poche righe sopra, ci sono diversi soggetti allergici e che rischiano shock anafilattici e altre complicanze che possono portare alla morte. Dunque trattiamo con la massima serietà e competenza questo settore così delicato. I nostri operatori sono dotati di tute apposite e di veleni non inquinanti per effettuare la distruzione del nido e la conseguente disinfestazione. 

Il nido viene di solito formato nei tetti, nelle tapparelle, nelle canne fumarie. Ma basta anche un semplice buco in un muro o in un albero e si può avere una infestazione da vespa cabro. Ciò che consigliamo è di non improvvisarsi e di non rischiare inutilmente di sbarazzarsi del nido di calabroni da soli. Oltre al rischio, nel caso di tetti e comignoli, di cadere c'è anche il rischio che non si riesca effettivamente a uccidere gli insetti e che possano passare alla contro-offensiva. A quel punto può prender il panico e i calabroni (che sono molto arrabbiati) cominciano a pungere ripetutamente e in numero. Anche per una persona non allergica ricevere decine di punture da vespa cabro può essere molto rischioso perchè entra in circolo talmente tanto veleno che il corpo può avere una reazione simile allo shock anafilattico. 

Dunque non mettere a repentaglio la tua vita: chiama degli esperti disinfestatori di calabroni a Firenze, noi siamo qui apposta per te! Chiama ora il 3396688771.

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